Rolex Middle Sea Race, una prima analisi della overall IRC

Il 72’ Balthasar (MLT) conquista la 46ª Rolex Middle Sea Race, il 52’ italiano Django Deer secondo assoluto e primo IRC 2.
23 ottobre, La Valletta (Malta) – Alle 12 di oggi il Royal Malta Yacht Club ha ufficializzato il vincitore assoluto della 46ª edizione della Rolex Middle Sea Race: il Mills 72 Balthasar di Louis Balcaen. Nessuna delle barche ancora in regata potrà migliorare il suo tempo compensato IRC, sancendo una vittoria di straordinario valore sportivo per l’equipaggio belga.
Già al traguardo, tagliato nel porto di Marsamxett con la splendida cornice del sole del mattino sulla Valletta, l’equipaggio aveva intuito di aver disputato una regata eccezionale. Il tempo compensato di Balthasar si è rivelato irraggiungibile persino per Django Deer, secondo classificato, staccato di soli cinque minuti, mentre le imbarcazioni più piccole sono rimaste intrappolate in un lungo periodo di bonaccia intorno a Lampedusa.
L’italiana Django Deer di Giovanni Lombardi Stronati con Vasco Vascotto alla tattica ha confermato un anno straordinario, dopo il terzo posto all’Admiral’s Cup e la vittoria di classe al Maxi Yacht Rolex Cup. La loro filosofia? Non arrendersi mai.
Django Deer è l’ex Caro, un Botin 52 vincitore della Rolex Fastnet Race 2023, una barca di pedigree, unita a un equipaggio di altissimo livello.
“Ho il privilegio di regatare con un equipaggio incredibile” ha detto Vasco Vascotto. “I ragazzi a bordo sono talmente bravi che mi sento sicuro e sereno. Quando sei in mare aperto, devi anche saper essere furbo e non correre rischi inutili.”
La prima notte ha però quasi compromesso la corsa al titolo: “Abbiamo affrontato un temporale enorme, con pioggia torrenziale, quello che di solito cade in un mese, è caduto in una notte” ha raccontato Vascotto. “Eravamo partiti fortissimo, ma dopo la tempesta ci siamo ritrovati dietro”.
È qui che è emerso il carattere del team: “Da quel momento abbiamo spinto al massimo per recuperare. Ogni angolo, ogni isola, ogni minima occasione per guadagnare metri, l’abbiamo sfruttata.”
Nella tratta finale verso Malta, l’equipaggio ha lanciato l’attacco decisivo: nel tardo pomeriggio, Django Deer è apparsa improvvisamente sul radar come seria minaccia per Balthasar. Ma la brezza in calo e un lento bordo finale di un miglio e mezzo hanno spento il sogno. “Siamo arrivati a pochissimo da Balthasar, proprio alla fine” ha riconosciuto Vascotto. “Ma siamo orgogliosi del risultato e del modo in cui abbiamo navigato come squadra. Abbiamo giocato ogni oscillazione, ogni idea, ogni scelta. Forse non tutte le decisioni erano perfette, ma erano tutte nostre, e questo è ciò che conta davvero”.
Per Louis Balcaen, skipper di Balthasar che ha già partecipato a due giri del mondo, questa vittoria rappresenta un traguardo tanto tecnico quanto emotivo: “È un sogno che si realizza, la nostra prima grande vittoria: la combinazione perfetta di lavoro di squadra, precisione e un pizzico di fortuna. Questa regata ha significato moltissimo per ogni persona a bordo.”
“È stata una sfida più mentale che fisica. Sembrava una regata gestibile, ma abbiamo affrontato pioggia battente, repentini salti di vento e lunghe fasi di bonaccia in cui una scelta sbagliata poteva compromettere ore di navigazione. La chiave è stata mantenere la calma e la costanza, continuare a far muovere la barca quando gli altri si fermavano, fidandosi completamente l’uno dell’altro”.
Una delle decisioni cruciali è arrivata subito dopo Favignana, quando il team ha scelto di dirigersi verso la costa tunisina alla ricerca del vento: “Sembrava una scommessa” ha spiegato Balcaen “ma il team ha condiviso la scelta e ha pagato. Sono quei momenti che definiscono una regata, quando devi fidarti del tuo istinto e dei tuoi compagni”.
Tagliare il traguardo è stato un momento di liberazione e di gioia collettiva: “Inseguivamo una grande vittoria da molto tempo. Riuscirci qui, a Malta, contro una flotta così competitiva, è davvero speciale. Non si tratta solo di velocità, ma di resistenza, lavoro di squadra e convinzione. Questa vittoria è la ricompensa perfetta per tutto ciò che abbiamo costruito insieme”.
Al fianco di Balcaen, nel ruolo di tattico, Bouwe Bekking — uno dei velisti oceanici più esperti al mondo, con otto giri del mondo alle spalle, di cui quattro come skipper e sei podi — ha confermato la difficoltà tecnica della regata. È la seconda volta che l’olandese vince la Middle Sea Race, dopo il successo del 2006 con Morning Glory.
“È stata una regata affascinante e a tratti brutale. Il meteo cambiava continuamente, costringendoci a restare sempre vigili. Dovevamo pensare due mosse avanti, prendere decisioni anche quando i dati non erano ancora concordi. È in queste situazioni che emerge la forza di un equipaggio: nella capacità di adattarsi più rapidamente degli altri.”
Bekking ha sottolineato anche il valore della coesione del gruppo, formato da velisti che navigano insieme da anni: “Ognuno conosce perfettamente il proprio ruolo. Le comunicazioni sono immediate, e quando serve cambiare vela o rotta, avviene in un attimo. È questa coerenza che ci ha permesso di mantenere prestazioni costanti per 600 miglia di condizioni mutevoli”.
Uno dei momenti chiave è stato l’avvicinamento a Pantelleria, dove Balthasar ha scelto una rotta molto occidentale per cercare pressione. “È sembrata una decisione rischiosa” ha raccontato Bekking “tanto che la Guardia Costiera tunisina ci ha persino contattato per chiedere cosa stessimo facendo lì! Ma quella mossa ci ha dato il vento che cercavamo e ci ha preparati perfettamente per il lasco verso Lampedusa”.
L’equipaggio di Balthasar – composto da Louis Balcaen, Arianne Van de Loosdrecht, Bouwe Bekking, Diego Torrado, Dirk de Ridder, Harry Owens, Harry Smith, Henri Demesmaeker, Jaime Ward, Javier De la Plaza, Jens Dolmer, Juan Totto, Louis-Robert Cool, Max Deckers, Pablo Arrarte, Rogier van Overveld e Simbad Quiroga rappresenta un perfetto equilibrio tra esperienza oceanica e preparazione tecnica.
“Vincere non solo nella nostra classe, ma anche in overall, è il risultato di un lavoro impeccabile,” ha concluso Bekking. “La Rolex Middle Sea Race ha un’anima tutta sua: è tatticamente complessa, piena di insidie, ma immensamente gratificante quando tutto si incastra alla perfezione”.
Il Mills 72 Balthasar riceverà il Rolex Middle Sea Race Trophy durante la cerimonia di premiazione ufficiale in programma sabato 25 ottobre al Royal Malta Yacht Club.
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